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- METODO FIPPI
- La Chirurgia non Ablativa nasce nel
1989 da una intuizione innovativa del dottor Giorgio Fippi dettata
dall’esigenza di intervenire su alcune patologie cutanee e inestetismi,
senza ricorrere a tecniche cruente,evitando il rischio connesso agli
interventi condotti con la chirurgia tradizionale.
- "Chirurgia
non Ablativa" è una definizione antitetica (ossimoro) data dal suo
ideatore a una Tecnica Innovativa che ha rivoluzionato la Chirurgia
Dermatologica e l'Estetica.
- Viale
della Marina 9 - Lido di Roma
tel.
0656324836
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- Ricerca Clinica in
Chirurgia Nano Ablativa delle Cisti Sebacee.
- Premesse:
- Le cisti sebacee sono delle neoformazioni
contenenti cheratina, sebo e cellule morte.
- Sono delimitate da una capsula detta anche
"cencio necrotico.

- Questa capsula, con il tempo tende ad aumentare
di spessore, diventare fibrotica e aderire ai tessuti
circostanti.
- Se sollecitata meccanicamente dai tentativi di
spremitura, tende a formare delle gemmazioni che ne rendono più
difficile l'asportazione e sono loro la causa principale di recidiva
dopo l’intervento.
- La cisti si forma in genere
per l'occlusione di una ghiandola sebacea.
- A causa di questa occlusione, la ghiandola non
può smaltire la secrezione che continua a prodursi portando alla
formazione della raccolta.
- Le cause di formazione delle cisti sebacee, oltre
a patologie genetiche o meiopragia del dotto pilo-sebaceo, possono
essere conseguenze di traumi meccanici o post chirurgici, da
applicazione di farmaci e cosmetici, o comunque da sostanze oleose che
gonfiando i corneociti di rivestimento del dotto ne provocano la
stenosi, in alcuni casi il rigonfiamento dei corneociti trasformano il
dotto pilo sebaceo in una struttura semipermeabile che trattiene la
parte corpuscolata dell’escrezione ghiandolare.
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Le
cisti possono formarsi in tutte le zone del corpo, cuoio capelluto,
orecchie, braccia, torace, inguine, scroto esclusa la pianta del piede e
il palmo della mano.
- Nella stragrande
maggioranza dei casi, le cisti sono morbide al tatto in genere non
dolorose, alcune di grandi dimensioni e infiammate
possono
- essere molto
dolorose.
- Le cisti sebacee, dopo un semplice esame fisico,
spesso vengono confuse con lipomi, steatocistomi, cisti sinoviali e
tendinee.
- Ecco che spesso, anche se non necessario, sono
stati prescritti esami specifici che vanno dalla più che sufficiente
ecografia alla tac con contrasto e biopsia.
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- Molto frequentemente, per cercare di risolvere il
problema, vediamo prescrivere farmaci e sostanze inutili alla
risoluzione del problema.
- Esaminiamoli con spirito critico supportato
dall'esperienza clinica di molti e molti anni.
- 1) Ittiolo, forse il più inutile e dannoso ma il
più prescritto: rende la cute più "dura" impedendo la formazione di un
foro fisiologico per lo svuotamento del contenuto cistico.
- 2) Impacchi caldo-umidi di camomilla per favorire
il drenaggio della ciste e lenire l’infiammazione (ma solo per la
cute).
- 3) Argento colloidale a scopo disinfettante (ma
solo per la cute).
- 4) Tintura madre di calendula per lenire
l’infiammazione (ma solo per la cute).
- 5) Antibiotico terapia
locale e sistemica, analizziamola:
- A) Applicazione locale, ammesso che il germe sia
ancora sensibile a quella molecola dopo tanti anni di utilizzo,
difficilmente riesce a entrare nei tessuti sotto cutanei o, peggio,
penetrare la capsula fibrosa.
- B) Utilizzo sistemico, anche in questo caso è
difficile valicare la capsula cistica, individuare la molecola corretta
e comunque è impossibile svuotare il contenuto cistico (recidive
assicurate).
- 6) Creme cortisoniche, usate a sproposito, si
limitano a ridurre l'infiammazione, hanno effetti sistemici anche
importanti come sappiamo; riducono le difese fisiologiche dell'organismo
rappresentate dall'infiammazione e quindi non hanno mai risolto il
problema in modo definitivo.
- 7) Rimozione chirurgica delle cisti sebacee - Le
tecniche utilizzate a livello chirurgico:
- A) Drenaggio che molte volte comporta il rischio
di eresipela o peggio di forme di setticemia, imprescindibile l’utilizzo
di antibiotici ad ampio spettro e antibiogramma del contenuto
cistico.
- B) Asportazione chirurgica della ciste stessa,
sempre sotto copertura antibiotica.
- In entrambe i casi, drenaggio e intervento di
asportazione tradizionale, possono esitare cicatrici importanti,
cheloidi, eresipele, forme di sepsi generali con febbre e aumento della
temperatura locale e generale.
- Inoltre, molto spesso, si possono avere recidive
dovute alle gemmazioni della capsula cistica o alla dispersione nei
tessuti circostanti di parte del contenuto cistico.
- Considerato che le cisti sebacee raramente hanno
una guarigione spontanea ma possono raggiungere dimensioni importanti
oppure ridursi a un piccolo grumo fibroso di tessuto cicatriziale che
resta silente negli anni, deve essere valutata attentamente sia la
localizzazione della formazione cistica sia il fatto di essere vicina a
una formazione della stessa natura.
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- Scopo dello Studio Clinico
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- 1) Valutare la possibilità di trattare le cisti
sebacce senza ricorrere a tecniche cruente.
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- 2) Verificare la durata nel tempo dei risultati
ottenuti con una tecnica non invasiva realizzabile senza intervento
tradizionale grazie a uno strumento realizzato a questo
scopo.
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- Questo strumento è costituito da tre manipoli
generatori di plasma, ciascuno dei quali con caratteristiche diverse e
specifici per il tipo di cute su cui agire.
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- Questo strumento rende possibile la Chirurgia non
Ablativa che permette di evitare anestesia, di asportare cute, di
mettere punti, doverli rimuovere e rischiare effetti collaterali
indesiderati.
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- Uno degli obiettivi della ricerca è quello di
realizzare un protocollo standardizzato per ottenere un risultato sicuro
e perfettamente ripetibile.
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- Il protocollo standardizzato prevede:
- Fare un’accurata diagnosi della neoformazione e
prima di intervenire si devono considerare alcuni fattori
fondamentali.
- 1) Valutare l'elasticità della parete cistica e
del suo contenuto
- 2) Nei casi dubbi aiutarsi con una ecografia
mediante una sonda appropriata.
- 3) Se infiammata effettuare una termografia o una
tele termometria.
- 4) Considerare la zona dove si è
sviluppata.
- 5) Il tempo in cui si è sviluppata.
- 6) Eventuali trattamenti fatti in
precedenza.
- 7) La presenza o meno di dolore alla
palpazione.
- 8) La presenza di un'area più elastica sulla cute
soprastante.
- 9) La presenza di sintomi sistemici.
- 10) La presenza di lesioni a rischio nei tessuti
circostanti (nei e precancerosi).
- La rimozione delle Cisti sebacee in
Chirurgia non Ablativa.
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- Senza incidere la cute, senza iniezioni di
anestetico, senza punti di sutura e, se non trattate in precedenza,
senza recidive a patto di estrarre il cencio
necrotico.
- Preparazione al trattamento.
- Impacchi tiepido caldi di acqua borica per almeno
due ore (una bustina di acido borico F.U. 30 grammi in mezzo litro
d'acqua - Attenzione a non ingerirla!)
- Trattamento:
- Praticare un minuscolo foro d'accesso al
contenuto cistico con flussi di elettroni (chirurgia al plasma) per evitare qualsiasi fastidio o sanguinamento.
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In
effetti abbiamo trasformato la forma sferica della nostra ciste in una
sorta di "fiasco" dal cui collo dreneremo, senza contatto con il sangue,
il contenuto cistico.
- Una volta svuotato il
contenuto della sacca cistica, si introduce, nel foro praticato, una
pinzetta oftalmica, per afferrare il fondo del sacco che sarà
asportato.
- In certi casi si farà preventivamente il lavaggio
del sacco cistico utilizzando una siringa senza ago appoggiata al foro
drenante caricata con antibiotico o, ancor meglio, con ossigeno
medicale.
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Riepilogando sono state
effettuate quattro fasi.
- 1) Preparazione di un foro d’accesso adeguato e
tale da non lasciare cicatrice.
- 2) Estrusione del contenuto cistico
- 3) Lavaggio con ossigeno e/o
antibiotico
- 4) Asportazione del sacco.
- Con la Chirurgia non Ablativa, molti sono i casi
di cisti sebacea del capo operate senza anestesia e senza rasatura della
parte.
- L’avvenuta apertura del foro, sarà evidenziata da
una caduta della resistenza dei tessuti sottostanti il puntale del
Pled.
- Una volta praticato il foro d’accesso, il
contenuto cistico, il più delle volte, fuoriesce
spontaneamente.
- In poche parole, la sonda si affonda da sola nel
contenuto cistico.
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Anche
per le cisti sebacee della fronte, valgono le stesse regole di quelle
del cuoio capelluto.
- Praticato il foro nel punto critico, si aiuterà
la fuoriuscita del materiale senza esagerare con la pressione laterale
per evitare la formazione di pseudo gallerie che porterebbero i germi in
punti difficilmente sterilizzabili creando dei nuovi focolai
infetti.
- Un cencio necrotico all'apparenza esile e facile
da asportare, in molti casi, continuando con l'asportazione, lo vedremo
aumentare di spessore, ma lo continueremo ad estrarre fino alla
completa asportazione, alla fine si evidenzierà la reale dimensione
dell'involucro cistico.
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Spesso
l’aumento di spessore, di cui sopra, non è dovuto alla maggior fibrosi
del cencio necrotico bensì alla presenza di una parte non drenata di
materiale cistico.
- Il perfetto risultato estetico risulta
fondamentale in questi distretti.
- Una delle aree più esposte alle formazioni
cistiche, è la periauricolare.
- Una cisti sebacea del viso localizzata
anteriormente al padiglione auricolare deve essere trattata evitando di
esagerare il foro d’accesso in quanto in questo distretto esitano
facilmente cicatrici depresse.
- Normalmente un foro di un
millimetro risulta sufficiente per lo svuotamento.
- Una volta liberata la sacca dal materiale per
eliminare eventuali residui, conviene risciacquare l’interno con liquido
antibiotico da inserire mediante una siringa senza ago o con
dell’ossigeno medicale che risulterà anche utile a scollare il sacco dai
tessuti laterali.
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L’attacco per l’ago della siringa andrà applicato sul foro
precedentemente praticato e il medico mediante una leggera pressione
verso il fondo cistico, gonfierà e sgonfierà ripetutamente il sacco
necrotico con il contenuto della siringa.
- L’eventuale liquido rimasto all’interno dovrà
essere tamponato con del cotone idrofilo.
- Infine, appena si renderà visibile, andrà
afferrato il cencio necrotico che dovrà essere arrotolato mediante una
pinzetta per chirurgia (una Kellina).
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- Particolarmente
difficoltose, sono le sebacee della zona glutea per il fatto di essere
sottoposte a traumi continui e pressioni che ne determinano il
propagarsi alle aree circostanti.
Nel
caso di una grossa cisti sebacea infiammata della area perianale, i
tessuti risultano tumefatti, caldi e iperemici, creando grosse
difficoltà nel poter asportare correttamente il cencio
necrotico.
- In questi casi si opera dapprima drenando al
massimo il contenuto cistico attraverso più fori corrispondenti alle
numerose saccature cistiche.
- Una volta decompressa la zona, si faranno
continuare gli antibiotici dati a copertura dell’intervento per altri
sei giorni ed eventualmente, al controllo dopo venti giorni si procederà
se il caso lo consente all’asportazione del sacco cistico.
- Alcune cisti sebacee, contengono una fase fluida
ad alcune formazioni solide che ne impediscono il normale
svuotamento.
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In questi casi ci potremo aiutare inserendo le punte di una
pinzetta ricurva per facilitare il drenaggio all’esterno del contenuto
cistico.
- Cisti in posizioni particolari possono destare
dubbi diagnostici sulla loro origine.
- Prima di intervenire è necessario aiutarsi con
vari presidi diagnostico-strumentali per evitare danni al
paziente.
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Piccole
cisti sebacee presenti sulle palpebre, devono essere trattate con basse
potenze di emissione di plasma per evitare il fisiologico ammiccamento
che si evoca come riflesso ogni volta che si genera il plasma sulla
parte.
- Fuoriuscito il contenuto purulento, si
disinfetterà la parte con del cotone idrofilo imbibito di disinfettante
al benzalconio.
- Al controllo, sette giorni dopo, si osserva la
classica colorazione rosata della pelle che rivestiva la cisti
sebacea.
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- In alcuni casi di sebacee in sede perioculare,
dovremo aiutarci con una pinzetta a punte arrotondate, per favorire lo
svuotamento.
- In alcuni casi si pone il dubbio tra cisti
sebacea e sinoviale.
- Un piccolo foro, utile alla
risoluzione di entrambe le cisti portando all’esterno il contenuto, ci
aiuta alla corretta diagnosi, meglio di una
ecografia.
- Materiali e metodi
- La ricerca è stata effettuata su 10 soggetti di
età compresa tra i 25 e i 65 anni.
- Tutti afferenti ai miei Ambulatori e alle
Cliniche dove svolgo lezioni teoriche e pratiche.
- La diagnosi alla visita iniziale è stata
formulata valutando l’aspetto della neoformazione, la mobilità sui piani
sottostanti, l’elasticità, la presenza o meno di un gemizio spontaneo,
la presenza di altre lesioni a rischio sui tessuti
circostanti.
- Si è considerata la temperatura della cute
soprastante la lesione rispetto alle aree circostanti e l’eventuale
presenza di stato febbrile del paziente.
- Sono state valutate ecograficamente le dimensioni
della neoformazione, l’eventuale presenza di grossi vasi o angiomi o di
aree più dense all’interno della stessa.
- È stato valutato il tempo in cui si è sviluppata
la neoformazione e gli eventuali trattamenti effettuati in
precedenza.
- È stato chiesto se siano
stati assunti farmaci, e se si quali, nei sei giorni precedenti il
trattamento.
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Ora,
per intervenire correttamente con l'energia preimpostata sono stati
ipotizzati alcuni punti tra i più elastici valutati con un normale
cotton fioc ed è stato scelto il manipolo e il puntale
idoneo.
- Scelto il più idoneo per elasticità e posizione è
stato creato il minuscolo foro per il drenaggio del
contenuto.
- In alcuni casi il contenuto presentava delle aree
più dense che non sarebbero passate attraverso il piccolo foro esangue
praticato.
- Allargarlo chirurgicamente avrebbe esitato
inesorabilmente in una cicatrice sulla cute.
- Per evitare cicatrici ho praticato quello che le
vecchie levatrici chiamavano “preparazione del canale da
parto”.
- In pratica con una pinzetta idonea, delicatamente
introdotta nel foro praticato con la chirurgia al plasma ripeto senza sanguinamento,
allargato il “canale da parto cistico” si riesce perfettamente a far
fuoriuscire questi piccoli grumi di materiale
cistico.
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Finita la fuoriuscita di materia, agganciato il cencio
necrotico lo si sfila all’esterno e lo si fissa con una
kelly.
- A questo punto lo si strappa delicatamente dalla
sua sede e si termina l’intervento con l’applicazione di un bastoncino
di cotone
intriso di acqua ossigenata a 10 volumi allo scopo di disinfettare e
coagulare al tempo stesso la piccola goccia di sangue che si forma
scollando il sacco dalla sua sede.
- Non devono essere applicati cerotti o garze in
quanto non si ha sanguinamento ne fuoriuscita di materia.
- Il foro che era stato allargato delicatamente
riprenderà la sua dimensione originaria e una volta cicatrizzato il foro
d’accesso non sarà più visibile e non si avranno cicatrici di alcun
genere.
- Fondamentale è il manipolo adatto per quella
tipologia di lesione per evitare gemizi ematici dai bordi del
piccolissimo foro praticato.
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- Casi
clinici
PAZIENTE 1
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- Nino B. - Sesso:
maschile | Età Anni: 50 | Pregressi trattamenti: tentativi
di spremitura da parte di familiari | Assunzione Farmaci: no |
Patologie in atto: nessuna | Soglia dolore: media |
Febbre: assente – Ciste sebacea del
dorso.
- Dimensione di una grossa castagna, parete
elastica con contenuto denso ma omogeneo.
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PAZIENTE 2
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- Elena C. -
Sesso: femminile| Età Anni: 25 |
Pregressi trattamenti: tentativi di spremitura da parte di
familiari | Assunzione Farmaci: no | Patologie in atto:
nessuna | Soglia dolore: alta | Febbre: assente – Ciste
sebacea del dorso.
- Dimensione di una ciliegia, parete anelastica con
contenuto denso disomogeneo con capsula fibrosa spessa e molto adesa ai
tessuti circostanti, è stato necessaria una preparazione del canale per
far fuoriuscire capsula e aderenze.
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PAZIENTE 3
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- Gianfranco B. - Sesso:
maschile | Età Anni: 60 | Pregressi trattamenti:
tentativi di cura con cortisonici topici| Assunzione Farmaci:
antiinfiammatori | Patologie in atto: nessuna | Soglia
dolore: media | Febbre: assente – Ciste sebacea del 5°
dito.
- Erroneamente diagnosticata come cisti tendinea -
Dimensione di una piccolo cece, parete elastica non mobile con la
flessione ed estensione del dito.
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PAZIENTE 4
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- Gianluca R. - Sesso: maschile | Età
Anni: 30 | Pregressi trattamenti: Tintura
madre di calendula | Assunzione Farmaci: nessuno | Patologie
in atto: nessuna | Soglia dolore: media | Febbre: assente
– Ciste dello scroto.
- Dimensione di una piccolo cece, parete elastica -
facilissima l’estrazione del cencio.
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PAZIENTE 5
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- Elena b. -
Sesso: femminile| Età Anni: 35 |
Pregressi trattamenti: tentativi di spremitura da parte di
familiari | Assunzione Farmaci: no | Patologie in atto:
nessuna | Soglia dolore: alta | Febbre: assente – Ciste
sebacea del dorso.
- Dimensione di una castagna, parete elastica con
contenuto pastoso omogeneo con capsula fibrosa sottile e molto lunga (si
sviluppava in profondità), no aderenze sacco cistico lungo oltre10
cm.
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PAZIENTE 6
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- Giulia B. -
Sesso: femminile | Età Anni: 40 |
Pregressi trattamenti: drenaggio chirurgico | Assunzione
Farmaci: no | Patologie in atto: nessuna | Soglia
dolore: alta | Febbre: assente – Ciste sebacea
dell’areola.
- Dimensione di un pisello, parete elastica con
contenuto denso con capsula fibrosa con alcune aderenze da
drenaggio.
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PAZIENTE 7
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- Carla M. -
Sesso: femminile| Età Anni: 30 |
Pregressi trattamenti: drenaggio chirurgico | Assunzione
Farmaci: no | Patologie in atto: nessuna | Soglia
dolore: alta | Febbre: assente – Ciste sebacea area zigomatica
.
- Dimensione di un grosso cece, parete elastica con
contenuto denso con capsula fibrosa con alcune aderenze da
drenaggio.
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STESSA PAZIENTE 7
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- Carla M. -
Sesso: femminile| Età Anni: 30 |
Pregressi trattamenti: drenaggio chirurgico | Assunzione
Farmaci: no | Patologie in atto: nessuna | Soglia
dolore: alta | Febbre: assente – Ciste sebacea area zigomatica
.
- Fasi dell’estrazione della capsula alterata dal
pregresso intervento di drenaggio.
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PAZIENTE 8
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- Marco T. -
Sesso: maschile| Età Anni: 65 |
Pregressi trattamenti: nessuno | Assunzione Farmaci:
antiaritmici | Patologie in atto: aritmia cardiaca |Soglia
dolore: alta | Febbre: assente – Ciste sebacea area zigomatica
.
- Dimensione di un grosso cece, parete elastica con
contenuto caseoso con capsula di facile asportazione esangue tramite
pinzetta college cotone curva.
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PAZIENTE 9
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- Giulio S. -
Sesso: maschile | Età Anni: 75 |
Pregressi trattamenti: nessuno | Assunzione Farmaci:
cardiologici e prostatici | Patologie in atto: angina pectoris
| Soglia dolore: alta | Febbre: assente – Ciste sebacea
pettorale dx .
- Dimensione di una grossa castagna, parete
elastica con contenuto granuloso con capsula di facile asportazione
esangue .
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PAZIENTE 10
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- Carlo S. - Sesso:
maschile | Età Anni: 27 | Pregressi trattamenti:
tentativi di spremitura da parte di familiari | Assunzione
Farmaci: no | Patologie in atto: nessuna | Soglia
dolore: media | Febbre: assente – Ciste sebacea del
dorso.
- Dimensione di un piccolo mandarino, parete
elastica con contenuto denso e granuloso (fuoriesce
scoppiettando).
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PAZIENTE 11
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- Nino C. - Sesso:
maschile | Età Anni: 30 | Pregressi trattamenti:
tentativi di spremitura da parte di familiari | Assunzione
Farmaci: no | Patologie in atto: nessuna | Soglia
dolore: media | Febbre: assente – Ciste sebacea del
dorso.
- Dimensione di una grossa castagna, elastica con
contenuto molto denso ma omogeneo – fragile (è stato necessario
arrotolarla delicatamente con una Pinza emostatica Kelly.
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PAZIENTE 12
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- Carlo B. - Sesso:
maschile | Età Anni: 45 | Pregressi trattamenti:
tentativi di spremitura da parte di familiari | Assunzione
Farmaci: no | Patologie in atto: nessuna | Soglia
dolore: media | Febbre: assente – Cisti sebacee
dell’elice.
- Di facilissima esecuzione.
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- Conclusioni:
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- Con la Chirurgia non Ablativa si sono
semplificati gli interventi di asportazione delle cisti sebacee senza
ricorrere a incisioni o drenaggi.
- Per le cisti sebacee del capo si evita la
rasatura del paziente e la infiltrazione di anestetici.
- L’intervento dura pochi minuti, non crea disagio,
non necessita di un post operatorio importante, non si devono effettuare
visite di controllo se non in casi particolari, si riprende
immediatamente la propria attività lavorativa e, tranne nei casi di
pregressi trattamenti o di capsule rese fibrotiche per trascuratezza o
trattamenti impropri, non si hanno recidive.
- Oltre i casi riportati a scopo didattico –
scientifico, sono molte centinaia i casi trattati e risolti
presenti nei nostri
archivi.
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