![]() Cura dell'Acne e delle sue Cicatrici.Senza ricorrere a farmaci o peeling con acidi. Risultati eccellenti e definitivi. Il problema dei pazienti affetti da vari tipi di acne, è stato affrontato in modo totalmente diverso dal tradizionale, viste le ricadute che si ripresentano alla sospensione della terapia farmacologica sia topica che sistemica. La partecipazione ai corsi permette ai medici di comprendere la metodica e come intervenire per ottenere risultati definitivi su questo tipo di patologia cutanea.
Viale
della Marina 9 - Lido di Roma
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Premesse La Chirurgia Nano Ablativa è una tecnica Medico Chirurgica in grado di ottenere risultati molto validi dal punto di vista funzionale e in alcuni casi superiori a quelli della Chirurgia tradizionale. Il termine Chirurgia letteralmente significa “operare con le mani” ovviamente mediante strumenti adeguati ed è sempre stata cruenta. La chirurgia nano ablativa invece è volta a semplificare gli interventi di chirurgia tradizionale, sia in campo dermatologico sia in campo estetico operando in modo incruento senza incidere i tessuti e senza ricorrere a iniezioni di anestetico o a punti di sutura. La Chirurgia Nano Ablativa e le apparecchiature idonee a praticarla sono frutto di un lungo studio in continua evoluzione da quando fu concepita per la prima volta. |
Una tecnica non invasiva per trattare l’acne attiva senza utilizzare farmaci. Il problema dei pazienti affetti da vari tipi di acne, è stato affrontato in modo totalmente diverso dal tradizionale, viste le ricadute che si ripresentano alla sospensione della terapia farmacologica sia topica che sistemica. L’idea, è venuta dall'osservazione della comparsa, sempre nello stesso punto del viso, di un foruncolo "sentinella“ in alcune pazienti di sesso femminile pochi giorni prima del ciclo. Per verificare se l'idea che stava prendendo corpo, fosse corretta, è stato chiesto a tutte le pazienti affette da "foruncolo sentinella" di sottoporsi al trattamento del dotto pilosebaceo sospettato di essere la causa del problema. I risultati confermarono l’ipotesi. Infatti, nei mesi successivi, le stesse pazienti riferivano la totale scomparsa, nella zona trattata, di qualsiasi manifestazione acneica nel periodo premestruale. Successivamente, questo trattamento è stato applicato a tutti i pazienti affetti da alcuni tipi di acne, sia maschi che femmine, controllando i risultati clinici, confrontando le foto digitali seriate nel tempo, con la foto iniziale sfruttando la sovrapposizione per trasparenza delle foto utilizzando punti di "repere". Naturalmente è stato sospeso qualsiasi trattamento sia cosmetico sia farmacologico al fine di evitare falsi positivi. Anche in questo caso i risultati hanno confermato l’ipotesi. Infatti, anche se i pazienti nelle sedute successive presentavano ancora delle formazioni acneiche, queste non si sviluppavano mai sulle aree trattate in precedenza. Il risultato è stato entusiasmante, oltre che per i notevoli risultati ottenuti, anche per il risvolto psicologico delle persone trattate. Follicolo Se il dotto del follicolo pilifero della ghiandola sebacea si ostruisce a causa di una eccessiva cheratinizzazione, il sebo, non potendo uscire, ristagna dando luogo a delle microcisti che possono infiammarsi o infettarsi. L’assunzione di particolari alimenti, la ritenzione idrica premestruale, la variazione idrosalina del sudore e del sebo indotta da stress psichici o fisici, l’utilizzo di cosmetici ad effetto occlusivo, aggravano il quadro clinico favorendo la formazione delle pustole acneiche. Per risolvere il problema dovremo trattare lo sbocco di ciascun follicolo malato. Per ottenere il massimo risultato, bisogna sfiorare il tessuto, evitando il contatto con la parte, per consentire la formazione del plasma (gas ionizzati) che provocherà la sublimazione dello strato corneo superficiale senza coinvolgere i tessuti sottostanti. Per eliminare definitivamente la possibile formazione di nuovi comedoni dovremo bonificare tutta la zona in cui si formano le pustole acneiche. Le microcisti sebacee, i milia e i comedoni dovranno essere trattati solo facendo sublimare la membrana soprastante la raccolta di sebo mentre, le pustole attive, dovranno essere trattate allo stesso modo, ma intervenendo solo sulla corona circolare virtuale che delimita la parte gialla della pustola, dall’area arrossata circostante. Così facendo saremo sicuri di aver eliminato il danno anatomico del dotto pilosebaceo alterato che continuando a trattenere il sebo e lasciando evaporare la parte acquosa del sudore prodotto, realizza quella raccolta di materiale che, se successivamente colonizzata, forma la pustola acneica. ![]() |
Introduzione dell'analisi del problema acneico. L'acne volgare è una delle patologie dermatologiche più comuni. Nella patogenesi dell'acne giocano un ruolo importante 4 fattori: l’ipercheratnizzazione infundibolare, l’ipersecrezione sebacea, il Propionibacterium Acnes e l’infiammazione. Nelle fasi iniziali giocano un ruolo prioritario sia l'ipercheratosi infundibolare sia l'ipersecrezione sebacea, sotto l’influenza di stimoli ormonali. La maggior parte degli individui che ha sofferto di acne durante il periodo puberale guarisce spontaneamente. In alcuni casi la patologia prosegue anche durante la quarta decade o potrebbe accompagnare il paziente per tutta la vita. E' una patologia tipica delle aree cutanee dove maggiore è la concentrazione di ghiandole sebacee; le caratteristiche principali sono la seborrea, la formazione di comedoni, le pustole e le papule infiammatorie e gli esiti cicatriziali. |
La
distribuzione cutanea delle ghiandole sebacee è molto variabile. Esse sono generalmente associate ai follicoli piliferi. Vi sono tre tipi di follicoli piliferi cui corrispondono differenti ghiandole sebacee: . follicolo pilifero terminale: peli grossi e spessi con grandi ghiandole sebacee . follicolo pilifero vello: peli sottili con piccole ghiandole sebacee .follicolo pilifero sebaceo: peli di media grandezza associati a grandi ghiandole sebacee. Il follicolo sebaceo si compone di quattro parti fondamentali: 1- l'infundibolo follicolare cheratinizzato, 2- il pelo, 3- la ghiandola sebacea 4- il dotto sebaceo che mette in comunicazione la ghiandola con l'infundibolo. Le ghiandole sebacee sono di grandi dimensioni, con molte circonvoluzioni ed un aspetto che ricorda molto quello di un cavolfiore. Esse sono deputate alla secrezione di sebo, che viene riversato, attraverso il dotto sebaceo, nel canale follicolare e quindi sulla superficie cutanea. La secrezione sebacea è di tipo olocrino; questo significa che le cellule delle ghiandole sebacee, migrando dalla periferia verso il centro della ghiandola, si disgregano rilasciando il sebo. Il turnover è di circa 14 giorni. Il flusso del sebo è abbastanza continuo; la consistenza fluida permette al sebo di scorrere liberamente dal dotto verso il follicolo fino alla superficie cutanea. |
Numerosi
i
fattori che interagiscono nello sviluppo dell'acne. Essi includono: 1- fattori genetici 2- produzione di sebo 3- ormoni e batteri 4-le caratteristiche del follicolo sebaceo. I fattori immunologici rivestono probabilmente un ruolo secondario. La predisposizione all'acne è chiaramente ereditaria ma non è ancora stato identificato un modello esatto di trasmissione (meiopragia follicolare?). E' possibile evidenziare in quasi tutti i pazienti acneici, un aumento della produzione di sebo. I pazienti acneici presentano ghiandole sebacee più grandi e producono più sebo rispetto ai pazienti con cute normale. Malgrado ciò l'aumento di sebo non è necessario né sufficiente a spiegare l'insorgere della patologia. D'altro canto l'utilizzo di sostanze che bloccano la produzione di sebo determina un miglioramento transitorio della patologia. Il primo segno tangibile dell'acne è l'aumento della produzione e dell'accumulo di corneociti a livello dell'acroinfundibolo. Le cellule cheratinizzate non vengono eliminate con la normale desquamazione ma si ammassano, con formazione del microcomedone. I comedoni sono quindi il risultato della proliferazione follicolare e della ritenzione ipercheratosica. L'evento patogenetico iniziale non è ancora stato chiarito. |
Il
flusso di sebo non risulta bloccato, ma anzi aumentato e ciò
potrebbe essere la causa della formazione dei comedoni.
Il processo di cheratinizzazione della cute e dei follicoli piliferi
è complesso; esso dipende principalmente dalla scomparsa dei legami
tra i cheratinociti (desmosomi), e dalla formazione di un cemento
lipidico intracellulare che si origina sia dai cheratinociti sia dai
lipidi cellulari. Probabilmente il rapido flusso del sebo determina una diluizione dei lipidi presenti nel follicolo, con riduzione dei livelli di colesterolo, ceramidi ed acido linoleico e conseguente disordine della cheratinizzazione. Inoltre i difetti della cheratinizzazione follicolare provocano un aumento della permeabilità della parete del follicolo; tutto ciò permette ai fluidi ed alle cellule infiammatorie di passare più facilmente ed a Propiniobacterium acnes di proliferare più rapidamente. Centinaia di cheratinociti si dispongono uno sopra l'altro, come negli strati della cipolla e gli spazi tra le cellule vengono saturati con lipidi; questo conduce alla produzione del comedone, la lesione principale dell'acne. L'infrainfundibolo dei pazienti acneici risponde più rapidamente ad una varietà di stimoli fisiologici ed esogeni rispetto a quello di pazienti privi di acne. I pazienti mostrano un aumento della reattività verso Propinioniobacterium acnes come si evince dalla presenza di livelli elevati di anticorpi e da una più marcata risposta la prick test. Le lesioni acneiche si dividono in lesioni primarie non infiammatorie, lesioni secondarie infiammatorie e cicatrici post-infiammatorie. Anche se le cisti acneiche, i comedoni fissurati e le cicatrici non appaiono clinicamente infiammate, attraverso la valutazione istologica è possibile mettere in evidenza i segni caratteristici dell'infiammazione cronica. |
Lesioni
primarie non infiammatorie: -microcomedone: si presenta come un tappo situato a livello dell'infrainfundibolo. La proliferazione e la ritenzione ipercheratosica sono responsabili della formazione di uno strato di corneociti oltremodo compatto che determina una ostruzione del follicolo -comedone chiuso(punto bianco): con l'accumulo dei corneociti il tappo diventa più completo, l'infrainfundibolo si riempie di materiale biancastro, mentre l'acroinfundibolo rimane strettamente chiuso. -comedone aperto (punto nero): si sviluppa a partire da un comedone chiuso. Anche in questo caso l'acroinfundibolo risulta essere dilatato da un tappo di maggiori dimensioni e molto compatto: Il tappo è costituito da corneociti più densamente compatti, batteri, funghi e sebo: I canali nel tappo permettono il passaggio del sebo. Più si sviluppa il comedone e più la ghiandola sebacea si atrofizza. La parte distale più scura del comedone aperto assume una colorazione nera per la presenza di melanina. Lesioni infiammatorie secondarie: -papule e pustole: il contenuto del comedone provoca una intensa reazione infiammatoria nel derma. Questo processo determina la formazione di papule quando l'infiammazione è relativamente profonda e di pustole quando il processo è più superficiale. -noduli indurati: lesioni profonde come risultato di continui stimoli infiammatori a livello del derma. -ascessi - seni drenanti |
Lesioni
e cicatrici post-infiammatorie: -comedoni fistolizzati: quando due o più comedoni sono uniti da tessuto cicatriziale. -cisti -cicatrici: esiste una notevole varietà; le cicatrici tipiche includono lesioni puntiformi, cicatrici nodulari intorno ad un follicolo che assumono l'aspetto di un grano di miglio, piccoli noduli, grandi cicatrici cheloidee. |
Una possibile classificazione degli stadi: Si può suddividere l'acne volgare in tre stadi: acne comedonica, acne papulo-pustulosa ed acne conglobata. Acne comedonica: predominanza di comedoni aperti e chiusi e solo raramente lesioni infiammatorie. Acne papulo-pustolosa: il processo infiammatorio è preminente per la preminenza di papule e pustole. Acne conglobata: oltre alle precedenti lesioni i pazienti presentano ascessi, cavità drenanti, comedoni fistolizzati e cicatrici cheloidee ed atrofiche. |
Scopo dello
Studio Clinico 1) Valutare la possibilità di trattare le varie tipologie di acne senza ricorrere a farmaci, a tecniche cruente, peeling chimici, laser o dermoabrasione. 2) Verificare la durata nel tempo dei risultati ottenuti con una tecnica non invasiva, mirata grazie a uno strumento realizzato e impostato per questo scopo. 3) Valutare l’efficacia del plasma (gas ionizzati, quarto stato della materia) concentrato per il trattamento delle varie forme di acne. Uno degli obiettivi della ricerca è quello di realizzare un protocollo standardizzato per ottenere un risultato sicuro e perfettamente ripetibile. Il protocollo standardizzato prevede: 1) Una corretta anamnesi. - 2) Una valutazione delle esigenze del paziente. - 3) La scelta della condotta da seguire. - 4) La conoscenza degli strumenti della Chirurgia Nano Ablativa. - 5) La corretta ottemperanza alle regole da seguire da parte del paziente. |
Materiali
e metodi La seguente ricerca è stata effettuata dal dottor Fippi, durante la sua attività medica, su soggetti di sesso femminile di età compresa tra i 15 e i 55 anni e soggetti di sesso maschile di età compresa tra 12 e 25 anni. La diagnosi alla visita iniziale è stata formulata valutando l’età di insorgenza dei primi fenomeni cutanei, il tipo di cute, le problematiche ormonali e psichiche, le abitudini alimentari e gli “stressor” Il trattamento è stato strutturato in tre fasi: a) Visita + test - b) Prime sedute trattando un solo lato del viso o del corpo fino a completa guarigione. - d) Sedute successive sull’altro lato fino al risultato definitivo. |
DISCUSSIONE Sono state rilevate variazioni significative dei risultati ottenuti in base all'età di insorgenza, al tipo di acne, alle eventuali altre cure effettuate in precedenza, all’abitudine del paziente di spremere la parte, dalle abitudini alimentari, dall’uso di cosmetici e dalla esposizione a situazioni stressanti. I pazienti che rispondono in modo eclatante sono quelli che non hanno mai spremuto le pustole acneiche o le cisti sottocutanee, che hanno evitato creme di qualsiasi tipo e che non si erano sottoposti ad altri trattamenti "Chirurgia Nano Ablativa al Plasma per la Cura dell'Acne" è proprietà intellettuale del dott. Prof. Giorgio Fippi. |
![]() 1) Lavare la parte trattata con acqua e sapone tipo Marsiglia solido mai detergenti liquidi o struccanti. 2) Asciugare tamponando delicatamente senza strofinare, con un fazzoletto di cotone o un asciugamano non goffrato, mai con fazzolettini di carta o con garza sterile. 3) Disinfettare la parte trattata soluzioni disinfettanti a base di benzalconio. 6) Non devono esservi applicati medicamenti o cosmetici. (proibite creme antibiotiche, cortisoniche e lenitive o protettive incluse le omeopatiche). Proibito l’uso di qualsiasi crema!!! 7) La eventuale crosta non deve assolutamente essere asportata o stuzzicata 8) La parte trattata deve evitare, immediatamente dopo il trattamento, di essere esposta a radiazioni ultraviolette sia all'aperto sia in casa (Sole, Monitor del computer, Lampade al Neon e Fluorescenti, rivelatori di banconote false, Lampade di Wood in discoteca, Sorgenti di luce a LED, Catalizzatori UVB per ricostruzione unghie, Catalizzatori UVB per odontoiatria) |
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![]() Vistose cicatrici del volto trattate con peelig chimici senza risultato. Si decide il trattamento con la tecnica del dottor Fippi intervenendo con una seduta ogni 30 giorni. Fatto il Test sulle aree visibili in rosa per verificare se il Paziente fosse in grado di seguire alla lettera la medicazione: Evitare di applicare qualsiasi tipo di crema, utilizzare solo sapone di Marsiglia e disinfettare con liquidi a base di benzalconio cloruro, si decide di continuare. |
![]() Notevole il miglioramento anche alla luce radente. Le immagini sono tutte protette da watermark che, purtroppo, le rendono meno nitide e sono state compresse per essere leggibili con i dispositivi mobili. |
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![]() Il protocollo per il trattamento delle cicatrici post acneiche e da varicella prevede un test su una metà di una cicatrice particolarmente profonda per poter verificare quanto sia migliorata la parte trattata dopo i fatidici ventotto giorni e poter stabilire le sedute necessarie a quel paziente. Le sedute dovranno essere sempre distanziate di ventotto giorni, e la parte trattata, una volta cadute le piccole croste che si formano sui singoli spot dello strumento per la chirurgia al plasma (dai tre ai sette giorni), dovrà essere protetta dalla luce in modo adeguato. . |
![]() Controllo a un anno Risultato di 4 sedute |
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